Psicoterapia

Cosa-Come-Quando

Cos’è una psicoterapia?

Intanto parliamo dell’etimologia della parola che già di per sé risponde alla domanda.

Psiche e terapia derivano dal greco (psychè e therapéia), e vengono tradotte con “prendersi cura dell’anima”. Quindi facendo psicoterapia ci prendiamo cura di ciò che è dentro di noi.

E cosa c’è dentro? I nostri disagi, le nostre difficoltà, i nostri conflitti, le nostre domande, i nostri vissuti.

Che non sono da curare, cioè come un sintomo che va debellato, ma è importante prendercene cura, cioè accogliere, metterci faccia a faccia e vedere, dare un nome a ciò che facciamo fatica a comprendere.

 Per farcene cosa?

L’obiettivo principale è modificare, cambiare. Cosa? I nostri atteggiamenti, le nostre azioni, che stanno diventando disfunzionali, non ci soddisfano più e ci procurano disagio.

 Come?

Attraverso un percorso in cui si viene accompagnati da un esperto, cioè da chi come me ha dedicato molti anni allo studio ed alla comprensione dell’animo umano e che ha già attraversato varie strade e percorsi di lavoro su di sé e può accompagnare l’altro nel suo di percorso.

Come vi voglio accompagnare?

Attraverso un cammino che si chiama Psicoterapia della Gestalt Fenomenologico-Esistenziale.

MMMM…..paroloni…. Vediamo di che si tratta. In neretto le parole chiave di questo approccio.

Un viaggio in cui si comincia con aprire finestre, porte, spiragli per iniziare qui ed ora, adesso, a vedere ciò che c’è, a dare un nome al nostro disagio, al nostro malessere. Solo dove possiamo vedere lì possiamo mettere le mani, manipolare, cambiare

Mettendoci in contatto con ciò che proviamo, che sentiamo, le nostre emozioni, possiamo sapere dove siamo.

Hai presente nei centri commerciali, ci sono quei tabelloni che ti indicano dove sei

Bene, sapere dove sei ti permette di fare molte cose, intanto accogliere e dare dignità di esistere a ciò che stiamo vivendo, portandolo dallo sfondo in cui lo mettiamo, in figura, cioè alla nostra attenzione. Così facendo gli possiamo dare un nome, sapere cos'è, e poi possiamo scegliere possibilità, a seconda di ciò che vogliamo.

Scegliere lo facciamo tutti i giorni, in ogni momento scegliamo, cosa metterci, cosa mangiare, chi chiamare ecc. Anche non scegliere è una scelta, non si può non scegliere. Per esempio: mi metto questo vestito perchè mi piace, perchè mi dona ecc.

Quindi quello che facciamo è aumentare la consapevolezza, cioè essere costantemente presenti a noi stessi, a ciò che viviamo.

"La consapevolezza serve per mantenerci costantemente aggiornati su noi stessi. E' un processo continuo, accessibile in qualsiasi momento , e non un'illuminazione esclusiva o sporadica che come l'insight può essere raggiunta soltanto in momenti o in condizioni particolari" (Polster e Polster, 1986, p. 205).

Tutto ciò ci serve proprio per cercare e trovare nuovi comportamenti.

La consapevolezza che via via andiamo acquisendo, ci porta a imparare qualcosa su di noi e su come ci comportiamo con l'altro; cioè cominciamo ad acquisire strumenti di conoscenza di noi stessi, che possiamo mettere nella nostra personale cassetta degli attrezzi, e poi usare quando e come vogliamo, quando e come crediamo sia meglio per noi.

La scelta circa i nostri comportamenti, quando ne siamo consapevoli, ci permette di assumerci la piena responsabilità di ciò che facciamo, senza mettere in atto comportamenti e modalità di azione automatiche, i cosidetti automatismi caratteriali.

La Responsa-abilità è il rispondere delle nostre azioni, e di tutte le conseguenze. Valutare costi e benefici di ciò che facciamo.

Tutto ciò che viviamo è un processo, quindi qualcosa di dinamico, circolare, che si modifica costantemente a seconda di chi o cosa abbiamo di fronte.

Tutto il lavoro psicoterapeutico che ti propongo sarà di matrice esperienziale. 

Vediamo:

Ogni giorno viviamo conflitti interni, che vanno dai meno disagevoli, per esempio: mi mangio una mela o un biscotto, fino a quelli che ci procurano più disagio, per esempio:  una parte di me mi dice di attaccare verbalmente o fisicamente una persona, l’altra mi dice che non ne vale la pena e che ci sono rischi e che non ci si comporta così.

Come vedete il conflitto che avviene dentro di noi si verifica tra le varie parti di cui siamo fatti, e la nostra tendenza è eliminarlo, farlo scomparire.

Il conflitto di per sé è un contrasto, una contesa, e non esistono trucchi per farlo sparire, come per magia. La contesa va trattata, con accordi tra le parti, in un lavoro di aggiustamenti, concessioni, richieste, negoziati.

Volendo eliminare il conflitto non facciamo altro che segregarlo in posto remoto, chiuso a chiave. Lo mettiamo da parte. Questo significa che è lì, e ci attende, e potrà ripresentarsi in momenti che non ci aspettiamo, facendoci perdere l’equilibrio che illusoriamente abbiamo acquisito, mettendolo via.

 

Veronica D'Onofrio "Caotica/mente" (Come Dorothy nel tornado umano)

Per risolverlo, chiarirlo e definirlo, abbiamo bisogno di viverlo, manipolarlo, elaborarlo. Un modo ce lo dà appunto la psicoterapia della gestalt, in cui queste parti vengono messe in gioco, facendole uscire dal dentro di noi, e mettendocele davanti, in modo da poter attuare un dialogo.

Una volta trovato l'equilibrio tra queste parti, che hanno dialogato, il conflitto viene elaborato, riportando un nuovo equilibrio dentro di noi.

E così via per tutto ciò che ci succede quotidianamente, in un processo dinamico ed in costante movimento. 

 

 Quando?

Quando andare da uno psicoterapeuta e fare una terapia?

Io ti direi sempre! In che senso? Perché psicoterapia è prendersi cura dell’anima, del “dentro di me”, e quindi puoi chiedere di fare un percorso per vari motivi.

  

Psicoterapia individuale

 

Psicoterapia di coppia

 

Psicoterapia in gruppo