LA PAURA
     
    Allievo: non credo che si debba fare quel viaggio al tempio, e comunque ho mal di schiena, e alle ginocchia, sono dolorante. E poi metti che piova.
    Maestro: buon allievo cosa ti sta turbando? Cosa ti impedisce ora di essere qui?
    Allievo: il dolore non mi hai ascoltato forse.
    Maestro: E' proprio perché ti ho ascoltato che ho sentito ciò che tu invece vai celando.
    Non è il dolore che ti sta impedendo di essere qui, perché invece è proprio quello che ti reca lì dove sei, avvertendoti che c'è qualcosa da attenzionare.
    Mentre il discorrere circa il viaggio ed il meteo ti sta portando dove non sei, il dolore è l'unica cosa che è qui, e qui ti conduce.
    Allievo: è così Maestro, sono turbato, ho difficoltà a riconoscere questo turbamento.
    Maestro: il declinare del tempo ti può aiutare a riconoscerlo, ciò che provi mentre ne parli, quindi i tuoi sensi, il come ne parli.
    Allievo: il tempo mi sembra il futuro, ho il cuore che batte forte ed il fiato corto, ho confusione in testa, ho un po di tremori.
    Forse ho compreso, ho paura.
    Maestro: si buon allievo. La paura blocca e incastra. Ci porta lontano da noi.
    Ma bada bene, solo quando non l' ascolti.
    Il suo compito è avvertirti, lei suona un campanello.
    Se tu lo ascolti mentre suona ti potrà indicare una buona via per te, se tu lo lasci suonare e poi ti abitui al suo suono, ti perderai; il tuo corpo incarnerà quel suono e parlerà di quel suono, ma tu non lo udrai più.
    Allievo: oh Maestro grazie per avermi ascoltato. Non c'è miglior medicina che L' Ascolto. Ora tocca a me farlo per me stesso, e con coraggio accettare ed accogliere il messaggio della mia paura.
    M.P.