EQUILIBRIO
 
 
Allieva: Maestra vacillo, mi sento instabile, traballante. È un momento difficile. Sento disperazione.
Maestra: Allieva mia ti vedo nel tuo vacillare ed essere disperata.
Mi dispiace per questo.
Allieva: ho percorso il cammino che mi ha portato da te, ho bisogno di aiuto. Dammi una strada.
Maestra: Quale strada?
Allieva: una via da seguire, un consiglio una ricetta. Non sopporto il totale squilibrio che sento. Voglio star meglio.
Maestra: mmm capisco, ma io non posseggo ciò che cerchi
Allieva: maaa sono venuta apposta ho bisogno di questo.
Sono delusa. A che è servito questo cammino per giungere a te allora?
Maestra: io non posso saperlo. Mi addolora vederti così e non posso darti una ricetta.
Allieva: e allora che puoi fare? Nulla?
Maestra: Posso raccontarti.
Un giorno ero nella foresta a praticare, ma avevo difficoltà a concentrarmi. Era un periodo difficile. Mi pervadevano mille emozioni, tanti pensieri ed il mio corpo era in preda ad agitazione.
Mi stavo perdendo. Continuavo a cercare di praticare, ma nulla.
Ad un certo punto non mi sono accorta di una radice e sono caduta. Bam finita al suolo. Ho provato un forte dolore che si è sommato a ciò che già provavo.
Però una volta a terra ho cominciato a sospirare.
E mentre lo facevo tutto il mio corpo sembrava piangere.
Ho continuato a sospirare sempre più.
Ecco quei sospiri mi calmavano perché finalmente cominciavo a respirare. Mi stavo accorgendo che mentre stavo male trattenevo il respiro, sembravo un pescatore in fondo al mare.
Quel accorgermi di aver bisogno di respirare mi ha calmato un pochino e mi ha permesso di cominciare a vedere.
Ero squilibrata, ero come su una gigantesca bilancia i cui piatti si alternavano vorticosamente.
Allora ho immaginato di aggiungere o togliere cose da quei piatti.
Aggiungevo respiro lì dove mancava, toglievo peso lì dove ce n'era di più.
Mi sono rialzata piano massaggiando dove era dolente, liberando lì dove ero legata, aiutandomi con ciò che trovavo. Sono tornata su.
Il dolore era acuto l'ho ascoltato, mi faceva male. Un bastone mi ha supportato, un po di muschio ha attutito, l'erba bagnata ha inumidito lì dove c'era bisogno.
Mentre cercavo di raggiungere il tempio mi si è rotta la scarpa.
Che disdetta. Ho deciso di fermarmi per aggiustarla, perché il dolore del piede sulle spine mi avrebbe aggiunto altra sofferenza.
E così andando un po di qua e un po di là come provetta funambola, vacillante sono tornata a casa.
Allieva: Maestra mi rispecchio molto in ciò che ti è successo. È proprio così ora.
Maestra: ecco cara Allieva, ora puoi vedere la strada per il tuo l'equilibrio?
Allieva: si Maestra mi immaginavo l' equilibrio come un muro, saldo una volta eretto, stabile e fisso.
Invece è qualcosa di vacillante, da costruire momento per momento.
Spostando l'asta, un piede dietro l'altro.
M.P.