STORIE DI "INCONTRI"

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Patrizio De Magistris, La tela bianca fase 5

 

Ansia: La Soluzione è nel problema

Durante una sessione di terapia Z mi parla della sua Ansia del momento, e della difficoltà che ha oggi nel permettersi di incontrarla, contattarla, e della conseguente sensazione di mancanza di respiro che avverte. Dice di fare fatica a trovare “La Soluzione” e di essere frustrata per questo.Ecco la famigerata soluzione.

Mentre mi parla di questo mi vengono in mente le scuole elementari e la mia maestra che mi assegnava i compiti di matematica da fare. I problemi e le soluzioni. Quando la maestra mi assegnava i problemi il procedimento per svolgerli e trovare la soluzione era articolato.

In questo momento mi sembra che questa persona stia cercando di svolgere un tipo di problema come questo:

“Quante mele ci sono nella cesta?” Ecco messo così un problema è difficilmente risolvibile, mi mancano dei dati. Non so com’è fatta questa cesta, quanto è grande, non so di che mele stiamo parlando, quanto sono grandi e che peso hanno ecc. ecc. Messo così questo problema mi provoca ansia, frustrazione. Come faccio a risolverlo? Mi servono dati appunto.

 

Problema: “Se in una cesta di 30cm di diametro con altezza 40cm vorrei mettere delle mele, ogni mela ha un diametro di 10cm sulla parte superiore e 6cm nella parte inferiore ecc. ecc.” Ecco ora appaiono i dati, l’ansia comincia a diminuire. Poi c’è ancora altro da fare, lo svolgimento, cioè in base ai dati che ho come penso di procedere, che voglio fare? Allora sommo, divido, moltiplico, eseguo delle operazioni, le metto in colonna, le illustro ecc. Poi in base ai dati ed alla procedura scelta, provo a dare “La Mia Soluzione” al problema.

Ecco quindi che per trovare una soluzione ho bisogno di dati, informazioni, di procedure, verifiche, di ragionamenti, di lavoro ecc. E nonostante faccia tutto ciò troverò “Una Soluzione”, che in quel momento mi sembra buona, esatta, giusta per me per risolvere quel problema. Quindi UNA soluzione e non LA soluzione.La mia versione di ciò che posso fare in questo momento con i dati che ho.

Torniamo all’Ansia e alla Soluzione. Finchè non so di che si tratta, cioè che tipo di ansia è: la conosco? E’ qualcosa che ho già provato prima? Cosa mi succede quando sono in contatto con lei? Quando la sento più presente e quando mi pare di non percepirla? Cosa faccio, come mi comporto? La conosco già o è diversa dalle altre ansie che ho contattato in altre occasioni? Come faccio a trovare una soluzione? Senza alcuni dati ed Informazioni non posso! Torniamo all’ansia. Un po’ di dati!

Edvard Munch Lurlo1910

Edvard Munch, L'urlo 1910

L’Ansia è una emozione che fa parte della famiglia delle paure. La possiamo definire una “Paura senza oggetto”, perché “tutto ci fa ansia”, (diversa da per esempio da “ho paura del buio”, in cui è presente l’oggetto della paura). Quindi anche una “Paura della Paura”.

La nostra attivazione quando la proviamo sembra generalizzata e cominciano a verificarsi alcuni eventi a livello psicofisiologico.

A livello fisico il respiro si fa corto, cioè si ha la sensazione che non finisca nella pancia, non è fluido, infatti è come se si spezzasse nel petto. A volte ci manca il respiro. Il cuore comincia a battere più forte, accelera un po’. Si possono avere palpitazioni, fino a farci avere dolore al petto, quando l’ansia si fa più intensa. Si comincia a sudare a volte, ad avere giramenti di testa, rigidità muscolare, tensioni nel corpo, tremori.

Nella testa cominciano ad avvicendarsi pensieri, uno dietro l’altro in un turbinio. Questi pensieri si inseriscono in un circuito chiuso in cui penso e mentre penso l’ansia aumenta, quindi mi batte più il cuore e il respiro si fa corto, affannoso. Sono proiettato nel futuro a ciò che sarà, e non nel presente, a ciò che mi sta succedendo.

Torniamo a Z. Allora proviamo a Sperimentare. Intanto proviamo a sentire che tipo di ansia è; Z mi dice: “E’ un’ansia diversa da quella che sentivo prima, in questa è come se non riuscissi più a respirare, il respiro mi si blocca in gola, mi sento bloccata.” Probabilmente anche l’ansia lo è, bloccata. Continuiamo a fare esperienza e proviamo a conoscerla meglio quest’ansia, la facciamo entrare nel nostro corpo, la diffondiamo dappertutto, permettendole di pervaderci, di entrare in ogni singola cellula. L’ansia entra come aria dal naso e si diffonde in ogni dove. Le chiedo: “ora come ti senti?” Risposta: “Più leggera, ho percepito anche un po’ di freddo addosso, ma mi sento meglio, riesco a respirare e non sento più il blocco in gola.” Domanda: “E l’ansia dov’è? Dove ti immagini che sia? Risposta:” E’ sempre lì ma adesso ci posso stare in contatto, la conosco”.

Questa non è LA soluzione, ma comincia ad aprire possibilità di poter trovare il modo migliore che ho ora per stare meglio insieme alla mia ansia, e magari farla scemare un po’, intanto per poter RESPIRARE.