LE PARTI
     
     
     
    Allievo: Maestro a volte mi sembra di essere incostante, freddo e caldo, lucido e confuso, impaurito e coraggioso, sto forse perdendo il senno? Non mi riconosco. Chi sono?
    Maestro: tutto e niente forse?
    Allievo: Maestro nemmeno tu lo sai chi sei o quale sei?
    Maestro: Allievo caro la questione non è quale parte sono o chi sono;
    Un giorno camminando in un bosco sperduto ho avuto timore nel proseguire e in un primo momento mi sono fermato,poi ho cominciato a fare un passo e poi ancora mi sono fermato. Da una parte mi fermavo dall'altra proseguivo e nel frattempo mi saliva un'altra parte che mi voleva far fermare sotto un albero a stare.
    Cosa stava succedendo? Non ero io forse che non volevo proseguire? O che volevo fare un altro passo? O ancora che volevo fermarmi sotto l'albero?
    Incuriosito da ciò ho immaginato le 3 possibilità. Una era condita di timore, insicurezza e dubbio, un'altra era fatta di coraggio, intraprendenza e curiosità, l'altra di calma, fermezza e presenza.
    Mentre le immaginavo si cominciavano a palesare davanti a me prima un ragazzino, poi un giovincello ed infine un uomo.
    Stupito da ciò ho deciso di continuare a conoscerli.
    Il ragazzino quasi non mi parlava e sembrava preso da una questione che lo riguardava, mentre assistevo a questo subito il giovincello prendeva vigore e accennava con un gesto a proseguire. Allora l'uomo cominciò a provare a far sedere tutti.
    Fui attirato dall'essenza di tutti, che sembravano avere ognuno il proprio vissuto,le proprie ragioni e di conseguenza comportamenti differenti.
    Ho quindi ho accolto le ragioni di tutti e ho proseguito nel mio percorso con più attenzione, incedendo col mio proprio passo e fermandomi quando qualcosa attirava la mia attenzione.
    Allievo: Grazie Maestro ho visto che sono fatto di tante parti ognuna con sue esigenze e desideri e ciò che mi succede ne accende una o l'altra. Non sarà facile riconoscerle tutte e ci vorrà del tempo. Col tempo, l'attenzione, l'ascolto e la ricerca mi ritroverò ovunque.
    M.P.

      ARCHITETTURA DI UN SOGNO S.Dalì, Idilio Atomico e Uranico Melanconico, 1945

    Sognare è come respirare o camminare. È qualcosa che è connaturata alla natura umana.
    Il sogno è prodotto da noi, e quale nostro prodotto, è parte di noi.
    È un ulteriore voce che abbiamo per esprimerci.
    Di notte succede che ciò che abbiamo vissuto durante il giorno viene elaborato, riorganizzato, rimaneggiato.
    Nel sogno possiamo ritrovare parti della giornata vissuta: per esempio se ho incontrato tizio probabilmente lo ritroverò nel sogno ecc.
    Ma non solo! Visto che il sogno è un'ulteriore nostra voce, racconterà di noi, dei nostri vissuti, emozioni, turbamenti, gioie e dolori.

    Il sogno
    Oggi sono con F., appena entra nella stanza mi sembra agitata e quando le chiedo come sta, come si sente mi parla appunto di uno stato di agitazione di tristezza, di rabbia.

    Ultimamente sta dormendo poco e male e durante il sonno soprattutto quello di questa notte ha fatto dei sogni che l’hanno sconvolta e che lei definisce strani.
    Dopo di ciò mi fa la richiesta proprio di lavorare su questo sogno, che mi racconta:

                LA RABBIA

    Chi è costei?

    E’ un'emozione che fa parte del nostro corredo organismico, patrimonio genetico.

    Tutti proviamo rabbia o l’abbiamo provata nella nostra vita.

    Si presenta con varie tonalità che vanno da un’intensità bassa, per esempio il fastidio, ad un intensità più alta, per esempio la furia.

    Tra il fastidio e la furia ci sono infinite tonalità di rabbia: irritazione, ira, collera ecc.

    Siccome non ci si può non arrabbiare in quanto esseri umani, e siccome tutti ne abbiamo fatto esperienza, è giusto provare rabbia!

    Tu, ti taglieresti un braccio? Penso che la maggior parte di noi risponderà no a questa domanda. Quindi così come non ti priveresti di un braccio, non va bene eliminare la rabbia.

    Mi capita molto spesso di ricevere richieste di eliminazione delle emozioni; non si possono eliminare!

    Ciò che invece è possibile fare è stabilire una relazione più funzionale con questa nostra compagna di viaggio.

    Iniziamo quindi a conoscerla e riconoscerla.

    Come si presenta?

                             LA PAURA
     
    Allievo: non credo che si debba fare quel viaggio al tempio, e comunque ho mal di schiena, e alle ginocchia, sono dolorante. E poi metti che piova.
    Maestro: buon allievo cosa ti sta turbando? Cosa ti impedisce ora di essere qui?
    Allievo: il dolore non mi hai ascoltato forse.
    Maestro: E' proprio perché ti ho ascoltato che ho sentito ciò che tu invece vai celando.
    Non è il dolore che ti sta impedendo di essere qui, perché invece è proprio quello che ti reca lì dove sei, avvertendoti che c'è qualcosa da attenzionare.
    Mentre il discorrere circa il viaggio ed il meteo ti sta portando dove non sei, il dolore è l'unica cosa che è qui, e qui ti conduce.
    Allievo: è così Maestro, sono turbato, ho difficoltà a riconoscere questo turbamento.
    Maestro: il declinare del tempo ti può aiutare a riconoscerlo, ciò che provi mentre ne parli, quindi i tuoi sensi, il come ne parli.
    Allievo: il tempo mi sembra il futuro, ho il cuore che batte forte ed il fiato corto, ho confusione in testa, ho un po di tremori.
    Forse ho compreso, ho paura.
    Maestro: si buon allievo. La paura blocca e incastra. Ci porta lontano da noi.
    Ma bada bene, solo quando non l' ascolti.
    Il suo compito è avvertirti, lei suona un campanello.
    Se tu lo ascolti mentre suona ti potrà indicare una buona via per te, se tu lo lasci suonare e poi ti abitui al suo suono, ti perderai; il tuo corpo incarnerà quel suono e parlerà di quel suono, ma tu non lo udrai più.
    Allievo: oh Maestro grazie per avermi ascoltato. Non c'è miglior medicina che L' Ascolto. Ora tocca a me farlo per me stesso, e con coraggio accettare ed accogliere il messaggio della mia paura.
    M.P.

    LA GRATITUDINE

     

    Allievo: Maestro sto attraversando un brutto periodo.
    Maestro: mi dispiace buon Allievo, quindi è un periodo?
    Allievo: si, uno dei più brutti, va tutto male. In famiglia per esempio.
    Maestro: Ah! hai una famiglia?
    Allievo: si ma mi preoccupano.
    Maestro: Mmmm allora fanno cose che ti preoccupano?
    Allievo: si si fanno cose che...uff! E poi a lavoro, sono esausto.
    Maestro: Ah! hai un lavoro?
    Allievo: Eh si un lavoro che a volte è duro, non sempre costante, è estenuante. E per finire non ho trovato ciò che cercavo in un mio viaggio. È sempre più dura.
    Maestro: mmmm hai viaggiato!
    Allievo: si ho viaggiato. Ma perché continui a sottolineare ciò che ti ho evidenziato? Mi fai sentire più triste e meno consolato, non mi stai aiutando.
    Maestro: ma buon Allievo cosa stai guardando? E cosa ascolti? Non sempre la luna illumina la parte di cielo che ci interessa, eppure è lì sia la luna che quel pezzo di cielo, lì sopra di noi.
    Tutti i giorni appena mi sveglio dico: ah! sono sveglio! E poi appena mi alzo, ah! sono in piedi, ed ancora continuo a sottolineare, ah! ho aperto gli occhi, ah! mi sto nutrendo, ah! sono a casa, ah! sto andando al tempio...e così fino a sera, in una continua litania.
    Allievo: (arrossendo) Maestro, maestro! come sempre mi permetti di avere una visione d'insieme e mi ricordi la cosa più importante da fare nella mia vita, essere Grato sempre!
    Quindi ringrazio anche te, che come al solito mi permetti di rimettermi qui dove sono.
    M.P.