
QUESTIONE DI ATTENZIONE
STORIE DI VUOTI
Depressione, un vuoto troppo pieno
Oggi sono con Z. una donna di media età. Entra nello studio con movimenti lenti e delicati.
Si siede dolcemente sulla poltrona e mi guarda con sguardo mite, come al solito.
Mi dice di sentirsi triste, come incapace di muoversi nel mondo, cerca di agire sempre con attenzione ed estremo riguardo per l’altro, non vuole nuocergli in nessun modo.
Ora più che mai.
E’ durante una cena a cui ha partecipato dopo giorni di solitudine e dopo vari pensamenti, che si manifesta il suo disagio.
La persona che l’ha invitata ha dei genitori anziani ed in quel mentre scatta la sua preoccupazione per la vicinanza (siamo a giugno 2020 tempo di covid e distanziamento), anche se non è eccessiva, e se la cena sta avvenendo all’aperto.
Il suo turbamento sembra travalicare la preoccupazione per il momento storico che stiamo vivendo. Dice di essersi sentita si preoccupata, ma anche troppo vicina, quasi troppo presente.
Il suo corpo ha cominciato a ritrarsi sempre più, quasi a voler scomparire, non riesce a godersi la serata.
Sembra che si stia palesando un fantasma antico.